Il rischio è di quelli da far tremare le vene e i polsi: e se vincesse di nuovo Berlusconi?!
E' inutile nascondercelo, l'eventualità c'è. E ce la siamo voluta...
Partivamo a novembre con una percentuale di distacco simile a quella squadra che ha vinto all'andata per 4-0. Il problema è che al ritorno semplicemente non abbiamo giocato. E quelli, poco per volta, hanno recuperato.
Non ci voleva un genio della comunicazione per capire che questa volta la strategia era chiara, semplice, limpida. Anticiparlo!
Invece no. Probabilmente consigliati da qualche stratega americano, uno di quelli per intenderci che ha studiato nelle blasonate università americane, abbiamo perseguito una condotta suicida.
Signor B. era facile prevedere che avrebbe attaccato sull'IMU, sulle tasse, sul lavoro, sulle baggianate a cui è solito deliziarci.
E sarebbe bastato che un Bersani qualsiasi, appunto a novembre, avesse detto 4 parole 4 a riguardo.
Sarebbe stato sufficiente che fosse salito su un qualsiasi predellino, piedistallo, palco o cosa diavolo volete voi, e avesse detto semplicemente: abbasseremo le tasse, ridurremo l'IMU, garantiremo x posti di lavoro.
Ma lo dovevamo fare allora. Adesso sa di rincorsa, di già sentito.
Qualcuno, lo so, starò pensando: non dobbiamo abbassarci ai livelli di mister B., noi siamo una cosa seria: noi siamo la sinistra!
Il problema, cari amici, è che adesso, proprio perché siamo una cosa seria, stiamo dando prova di inefficacia, di inadeguatezza.
Siamo lì boccheggianti che cerchiamo di rimanergli dietro come un gregario in salita che fatica a tenere il passo dei campioni.
Lo rincorriamo per l'ennesima volta.
Come sempre ci tocca giocare la campagna elettorale in trasferta, lontano dalla nostra casa.
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