lunedì 18 marzo 2013
Ricordo di un padre...
Quando mi chiesero perché avrei fatto "Tano per sempre", rimasi perplesso.
Perché, mi chiesi io stesso?!
Il ricordo, dopo quasi 25 anni, inevitabilmente svanisce, diventa etereo, avvolge ombre.
Poi si arriva ad un punto in cui guardarsi indietro aiuta ad andare avanti. E così, ho pensato, "Tano per sempre" è uno spettacolo per andare avanti.
Era il 1989 quando mio padre morì. Un giorno di marzo caldo, non come quelli di questi tempi. Aveva 46 anni appena compiuti. Un ragazzo, poche balle.
Io a luglio di anni ne faccio 45, siamo quasi coetanei. Un età di autodeterminazione, in cui ci si sente giovani nonostante gli altri, soprattutto quelli più giovani, certifichino il contrario. Ma si va avanti...
Dal 1989 al 2013 non sono passati 25, è passata un'era!
"Tano per sempre" è il racconto di un'era!
Credetemi: è emozionante provare questo monologo.
Un dialogo a due: da una parte io, che parlo per entrambi, dall'altra lui, che non parla ma mi accompagna, mi assiste e, ne sono certo, si diverte pure.
Pensarlo alle prese con facebook, con uno smatphone, con un tv lcd, è di per se spassoso; immaginarlo alle prese con gli stessi strumenti, ma da lassù in Paradiso, è addirittura esilarante.
"Tano per sempre" è un inciso di come è cambiata l'Italia, e di come siamo cambiati noi di conseguenza. O viceversa.
Un modo simpatico, divertente, originale, per ricordare una parte di se stessi che se ne è andata, ma che rimarrà impressa nella memoria!
(tratto da un'intervista di presentazione dello spettacolo)
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